Da Bookcity al Festival della Lettura di Dolo: quante emozioni!
Lo dico sempre; una degli aspetti più belli, e sicuramente il mio preferito, dello scrivere per ragazzi è quello di incontrare i propri lettori, siano essi piccoli o grandi. La settimana appena trascorsa è stata una vera full immersion in questo senso (ed è il motivo per cui per diversi giorni non ho più aggiornato questo blog), e mi ha lasciato, come ogni volta, grandissime emozioni.
Ho cominciato con un ricco programma a Bookcity, la manifestazione più importante che Milano, la mia città, dedica ai libri e alla lettura. Per tre giorni Milano si riempie di incontri con gli autori, letture, laboratori per ogni gusto e per ogni età.
È il primo anno che ho partecipato a Bookcity “dall’altra parte”, ovvero non come pubblico ma come autrice professionista: inutile dire che ero decisamente onorata, felice ed emozionata. Ho iniziato venerdì 25 ottobre al workshop Non uno di meno: la promozione della lettura nel rispetto delle diverse abilità organizzato dalla Commissione Cultura della e dalla blogger Anna Pisapia, in cui ho partecipato in virtù del mio libro Lola e io, che tratta il tema della disabilità visiva e che è stato inserito nel 2015 nella selezione internazionale IBBY Outstanding Books for Children with Disabilities.
Sempre venerdì, nel tardo pomeriggio, Oscar il gatto custode ha incontrato i lettori più grandi; alla biblioteca Calvairate ho affrontato, col fondamentale contributo della mia amica Gaia Avella, psicologa e specializzanda in psicoterapia, la trattazione dei temi difficili come il lutto e la morte attraverso l’albo illustrato, proprio come faccio io in Oscar il gatto custode. Io e Gaia abbiamo dialogato a due voci sullo sviluppo nei bambini del concetto di morte e separazione definitiva, e di come l’albo può essere un “attivatore di relazione”, complice la lettura ad alta voce e il rapporto che si crea tra adulto che legge e bambino che ascolta e vede la storia, così da funzionare come chiave per esplorare le proprio emozioni, anche nei confronti della morte. È stato davvero un incontro molto intenso e partecipato, anche da parte del pubblico nel quale erano presenti anche educatori, genitori e nonni, che hanno portato le proprie esperienza professionali e personali.
Il giorno dopo Oscar e Lola hanno invece incontrato i bambini, con nonni e genitori, alla biblioteca Fra Cristoforo: dopo la lettura, abbiamo disegnato i nostri animali speciali, proprio come sono speciali Lola e Oscar. Infine, la rassegna a Bookcity si è conclusa domenica 25 ottobre alla biblioteca Lorenteggio con Una spiga per Kahlim, in cui ho affrontato i temi legati all’alimentazione e a Expo, in chiusura proprio in quei giorni.
Ma la mia “full immersion” con i lettori non si è conclusa con Bookcity: dalla biblioteca Lorenteggio sono andata direttamente in Stazione Centrale, destinazione Veneto. Il giorno dopo, infatti, mi aspettavano due incontri a Dolo, in provincia di Venezia, organizzato, grazie alle mie editrici Sara e Francesca di Camelozampa, all’interno di una più ampia settimana della lettura e della letteratura a cura del mitico Oreste Sabadin.
Durante il mio secondo anno di università, rimasi molto colpita dalla dedica degli autori del mio testi di Biochimica: “grazie ai nostri studenti, perché il miglior modo per imparare una materia è insegnarla”. Ebbene, questo per me è vero anche per la scrittura: uno scrittore impara sempre qualcosa di nuovo dai propri lettori, a volte anche dettagli dei propri libri che non aveva mai notato prima. È quello che è successo lunedì mattina al Cinema Italia di Dolo, dove ho incontrato 145 allievi di quinta elementare che avevano letto Lola e io in classe. Mentre insieme alle classi esploravamo tutti gli indizi disseminati nel testo e nelle immagini sulla vera identità di Lola e sul perché è speciale (piccolo spoiler: la protagonista, Lola, è una ragazza ipovedente), una bambina alza la mano e dice “Sì, e poi il libro disegnato nella terza pagina è un libro fatto per i ciechi”. Sul momento sono rimasta davvero stupita, perché era un dettaglio che non avevo mai notato, ma andando a controllare l’illustrazione corrispondente, ho constatato che aveva ragione lei. Era un inizio non presente nel mio testo ma sapientemente inserito da Paolo Domeniconi, l’illustratore (ma non ditegli che non l’avevo mai ancora notato prima 🙂 ). Non sono poi mancati i sorrisi, i complimenti per i miei libri e gli abbracci di alcune giovani lettrici che mi sciolgono letteralmente il cuore; ma ancora più bello è stato rivedere cinque o sei dei bambini e delle bambine incontrate la mattina venire alla Libreria Morelli 1867 alle cinque del pomeriggio per incontrarmi ancora e ascoltare la lettura di Oscar il gatto custode. Una mamma mi ha detto: “Appena uscita da scuola mi ha detto che dovevamo correre qui in libreria, non siamo neanche passati a casa”. Immaginate quanto questo possa avermi fatto felice!
Sono arrivata a Milano in tarda serata, stanca ma piena di emozioni e di bei ricordi… quale altro scrittore, se non uno per bambini e ragazzi, può ricevere emozioni così intense dai propri lettori?
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