Un libro è un pezzettino di vita altrui
Camminando per le vie del centro storico di Otranto -stupenda città salentina con un mare e un circondario altrettanto meravigliosi-, mi sono imbattuta nel cartello che vedete in foto, appeso fuori da quella che sembrava una cooperativa sociale di artisti. Mi ha colpito così tanto da indurmi a fotografarlo proprio con l’idea di farne una riflessione sul blog. Sì, perché queste parole si adattano perfettamente anche ai libri (non tutti, diciamo quelli che contengono belle storie) e al lavoro dello scrittore, che è anch’egli (o ella) un artista a pieno titolo.
Un libro, come un quadro, una scultura o un qualunque altro prodotto dell’umana creatività, non è un semplice oggetto: esso va ben oltre i 100 grammi di carta di pagine e copertina o i pixel dell’ebook.
Un libro contiene una storia, e anche quella più fantastica e stravagante racchiude un pezzettino di anima dell’autore, le sue emozioni, la sua visione del mondo e della vita.
La storia che legge il lettore è il risultato di notti insonni passati davanti al computer, perché tra la giornata in ufficio -raramente uno scrittore, soprattutto per ragazzi, campa solo della sua arte- il tempo per stare con tuo figlio e dargli la buonanotte, e le varie incombenze della vita quotidiana, fare le ore piccole è l’unica possibilità per dedicarsi alla scrittura anche se l’unico desiderio sarebbe arrotolarsi sotto le coperte come un gatto, ma non è possibile spegnere il fuoco che uno scrittore ha dentro liberando i propri personaggi sulla carta.
La storia che legge il lettore è probabilmente la tredicesima riscrittura, dopo che per decine di volte il tasto “canc” è stato premuto, dopo che hai sperimentato decine di soluzioni, ricominciando ogni volta da capo.
La storia che legge il lettore è frutto di frustrazioni, di tentativi ed errori, di idee che ti colpiscono nei luoghi più impensati– sotto la doccia, in macchina o mentre prepari il brodo di verdure per la pappa di tuo figlio- di imprecazioni sussurrate a mezza voce (perché si scrive di notte, quando tutti in casa dormono), di voglia di mollare tutto e trovarsi un hobby più semplice e meno solitario, magari all’aria aperta, ben sapendo che questo non succederà mai e ci si risiederà presto a quella scrivania, davanti alla pagina bianca.
Ecco, questo si dovrebbe tenere a mente quando si acquista un libro, e magari ci si lamenta del prezzo “perché 18 euro per un po’ di carta e inchiostro sono eccessivi“. Questo dovrebbero tenere a mente essere anche alcuni editori (per fortuna una minoranza), di cui talvolta viene da pensare che avrebbero potuto vendere ugualmente bulloni o ciabatte, tanto poco sembrano tenerne in considerazione il valore (perché non bastano carta, inchiostro e un buon ufficio marketing per fare un Libro, con la L maiuscola)
Ma per fortuna, là fuori ci sono anche tantissimi lettori e lettrici in cerca di belle storie, pronti ad accogliere quel pezzettino di vita altrui che un libro rappresenta, e farli diventare parte integrante della propria: per loro, vale la pena di continuare a scrivere.
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